La nascita di un bambino è un evento importante per un genitore, e come tutti gli eventi importanti può generare emozioni contrastanti, tra la gioia e l’allegria di un nuovo arrivo in famiglia si insinuano ansia, sbalzi d’umore. Per una neo mamma la gravidanza porta a dei cambiamenti, delle trasformazioni fisiche, emotive e psicologiche che si manifestano anche dopo il parto.
Le neomamme possono vivere la fase del cosiddetto “Baby Blues”, termine coniato da Donald Winnicot, pediatra e psicoanalista inglese, per definire i primi sintomi di un malessere generale che può manifestarsi in seguito al parto.
Le mamme affette da una prima fase di Baby Blues manifestano i seguenti sintomi:
- sbalzi d’umore
- Disturbi del sonno
- Irritabilità
- Ansia
- Tristezza
Generalmente, la fase del baby blues tende a risolversi entro le due settimane, senza aver bisogno di una terapia adeguata. Altre neomamme, che non riescono a superare questa fase, possono entrare in una vera e propria depressione post-parto.
È fondamentale, dunque, riuscire a riconoscere se si sta attraversando una breve fase di baby blues che andrà a risolversi in poco tempo, o una depressione post-parto, per cui è importante riconoscerne i sintomi e seguire una terapia appropriata.
Sintomi
Indice dei contenuti
Come riconoscere una depressione post-parto
Le mamme che manifestano una depressione post-parto rivelano in maniera più intensa i sintomi del baby blues:
- irritabilità
- perdita dell’appetito
- forti sbalzi d’umore
- pianti immotivati in diversi momenti della giornata
- ansia e agitazione
- forte senso di tristezza
- senso di vergogna
- senso di colpa in se stesse e nei confronti del bambino
- perdita di interesse nelle attività sociali e quotidiane
- stanchezza
- calo dell’autostima
- calo del desiderio sessuale
- pensieri autolesionisti e violenti nei confronti del bambino
- insonnia
Si può parlare di depressione post-parto quando si manifestano due o più di questi sintomi. Le mamme che soffrono di depressione post parto inoltre, dimostrano una difficoltà ad instaurare qualsiasi rapporto con il bambino, compromettendone quindi anche le interazioni sociali e rischiando di instillare nel bambino problematiche sociali future.
Come curare la depressione post-parto
Se non si è entrati nella fase depressiva, ma si è allo stadio della baby blues, quest’ultima in genere si risolve entro le due settimane senza aver bisogno di una cura o una terapia specifica. È importante riposarsi, evitare l’uso di alcolici che possono aumentare gli sbalzi umorali, ed entro un massimo di due settimane si ritornerà alla quotidianità.
In una fase di depressione post-parto, per quest’ultima è necessario seguire una terapia con uno psicologo o uno psichiatra. È importante seguire una consulenza con una figura professionale, parlare del proprio malessere e farsi aiutare. Al giorno d’oggi sono presenti nel territorio tantissime figure autorevoli alle quali rivolgersi, accedendo al sito psicologodibase.com è possibile trovare lo psicologo più vicino alla propria città, chiedere un appuntamento in studio o in video consulenza.
La terapia prescritta può variare in base alla gravità della depressione post-parto del soggetto. Una soluzione può essere la prescrizione di farmaci antidepressivi per aiutare il superamento della fase depressiva. È importante parlare con il proprio medico anche in riferimento ai possibili rischi che l’assunzione di farmaci possa provocare nel bambino, soprattutto nel caso di allattamento al seno: i farmaci assunti andranno a contaminare il latte prodotto dalle mammelle; tuttavia, alcuni farmaci possono comunque essere utilizzati nonostante si stia allattando in quanto presentano un rischio molto basso di provocare effetti indesiderati al bambino.
Per uscire dalla depressione post-parto è fondamentale seguire un’adeguata terapia, la quale permette, nella maggior parte dei casi, di uscire fuori dalla depressione anche nel giro di pochi mesi. Una sospensione della terapia anticipatamente può essere causa di ricadute, è importante relazionarsi con il proprio medico e seguirla fino a sentirsi meglio con sé stessi, sarà il medico stesso a consigliarne l’interruzione quando questo sarà raggiunto.