Chi sono i periti agrari: informazioni utili

perito agrario
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Il perito agrario è un professionista che opera nel campo agricolo e della zootecnica svolgendo il ruolo di consulente, fornendo alle aziende delle soluzioni innovative utili nei processi di produzione sia di tipo agricolo sia zootecnico (la gestione dell’allevamento e della sua produzione).

Di cosa si occupa il perito agrario

Come dicevamo, il lavoro principale dei periti agrari è quello di fare consulenze ai fini di dare qualcosa in più alle aziende agrarie e zootecniche in modo da velocizzare la produzione dei propri prodotti o semplificarla rendendo più funzionale l’intera gestione aziendale. Questo libero professionista, però, non si occupa solo di questo, anzi! Infatti, il perito agrario è spesso ritenuto un professionista a 360 gradi e le aziende agricole si rivolgono a lui per qualsiasi compito. Tra le funzioni che svolge più frequentemente, oltre quelli di gestione e ammodernamento aziendale, troviamo:

  • Ideare opere di miglioramento fondiario (opere che hanno lo scopo di creare un vantaggio al fondo stesso);
  • Insegnare la tecnica ai produttori agricoli per avviare una buona coltura e la loro rotazione;
  • Attuare lavori catastali topografici e cartografici per aziende di piccole e medie dimensioni;
  • Svolgere consulenze di tipo fiscale e amministrative nel campo agrario.

Proprio per via della versatilità di questa figura professionale, nonostante sia un lavoro che viene effettuato frequentemente da libero professionista, è sempre più richiesto alle dipendenze dell’azienda a cui offre lavoro.

Inoltre, con i nuovi trend come la cura per l’ambiente e ciò che è ecosostenibile, il perito agrario è iniziato ad essere richiesto anche per la cura di questi aspetti in azienda (tematica che in futuro genererà sempre più richieste) portandolo ad essere una delle figure più ambite in questo ambito lavorativo.

Il percorso di studi

Dopo aver spiegato chi è e di cosa si occupa, concentriamoci sul capire come diventare perito agrario.

Un’informazione importante è che tutto ciò che bisogna fare per diventare periti agrari è regolamentato dalla legge 434 del 28 marzo 1968 e dalla legge 54 del 21 febbraio 1991.

Il primo passo riguarda il percorso di studi che una persona deve affrontare, il percorso espresso dalla legge 434 del ‘68 è quello di frequentare un istituto tecnico agrario così da assimilare delle conoscenze teoriche e pratiche al fine di lavorare in uno dei seguenti settori:

  • Agronomia;
  • Gestione dell’economia agraria;
  • Zootecnica;
  • Chimica agraria.

Alla fine dei 5 anni scolastici, dopo aver conseguito il diploma da perito agrario, ci si troverà davanti ad una scelta:

  • Prendere parte ad un tirocinio della durata di 2 anni presso uno studio di periti agrari riconosciuti dal collegio nazionale;
  • Oppure, continuare il proprio percorso di studi all’università approfondendo ulteriormente le materie trattate nel percorso delle scuole superiori.

Analizziamoli entrambi.

Diventare un perito agrario

Finita la scuola, come anticipato, sarà obbligatorio prendere parte ad un tirocinio biennale presso un perito agrario iscritto all’albo.

Dopo questi due anni formativi sarà possibile sostenere l’esame di Stato valido come abilitazione per esercitare la professione di perito agrario e superato questo occorrerà soltanto iscriversi all’albo dei periti agrari.

Diventare un perito agrario laureato

L’alternativa al tirocinio biennale è iscriversi ad una facoltà universitaria che sia di specializzazione alle competenze che assunte nell’istituto tecnico.

Tra i tanti percorsi proposti dalle università italiane spiccano quelli di:

  • Architettura del paesaggio;
  • Scienze e tecnologie agrarie;
  • Scienze Forestali;
  • Medicina Veterinaria.

Dopo aver terminato uno dei percorsi di laurea basterà superare l’esame di abilitazione ed infine, iscriversi all’albo.

L’obbligo di formazione continua

Dopo essersi iscritti all’albo, di anno in anno bisognerà sostenere dei corsi di aggiornamento che rilasciano dei crediti formativi professionali (CFP) per continuare a svolgere la propria professione.

La soglia minima di CFP da ottenere in un anno è di 30 (trenta crediti formativi professionali) ottenibili attraverso corsi accreditati per periti agrari.

Questi percorsi formativi potranno essere seguiti online in modalità e-learning favorendo così l’apprendimento del discente.

Redazione
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