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Omeprazolo: un farmaco che diventa anche di automedicazione

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L’Omeprazolo si posiziona come uno dei principi attivi più riconosciuti e diffusamente impiegati nella gestione dell’eccessiva acidità gastrica, del bruciore di stomaco persistente e del reflusso gastroesofageo. Questo composto appartiene alla categoria farmacologica degli Inibitori della Pompa Protonica (IPP), una classe di medicinali ritenuta fondamentale per il trattamento efficace delle patologie legate al sistema gastroesofageo.

Il meccanismo d’azione: bloccare la produzione di acido

Il funzionamento dell’Omeprazolo si basa su un meccanismo d’azione specifico e potente: il blocco dell’enzima H⁺/K⁺ ATPasi, noto come “pompa protonica”. Questa pompa è localizzata nelle cellule parietali della mucosa gastrica ed è l’entità biologica responsabile della fase finale della secrezione di acido cloridrico nello stomaco.

Intervenendo direttamente su questo meccanismo, l’Omeprazolo è in grado di ridurre drasticamente la quantità di acido prodotta, creando un ambiente gastrico meno aggressivo. Tale riduzione di acidità è essenziale per favorire la guarigione delle mucose danneggiate e per alleviare i sintomi. È cruciale notare che l’Omeprazolo non è un rimedio immediato: l’effetto terapeutico completo si stabilizza e si manifesta dopo circa 1-4 giorni dall’inizio del trattamento.

Principali indicazioni terapeutiche

L’Omeprazolo è impiegato nel trattamento di diverse condizioni gastrointestinali:

  • Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE): allevia i sintomi classici come il bruciore retrosternale (pirosi) e il rigurgito acido.
  • Ulcere gastriche e duodenali: è fondamentale per permettere la cicatrizzazione rapida e completa delle lesioni ulcerative.
  • Eradicazione dell’Helicobacter pylori: viene utilizzato in schemi terapeutici combinati con specifici antibiotici per eliminare il batterio responsabile di molte ulcere.
  • Prevenzione delle ulcere da FANS: protegge la mucosa gastrica nei pazienti che richiedono l’assunzione prolungata di Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei (FANS).

La famiglia degli IPP: Omeprazolo, Esomeprazolo e Lansoprazolo

L’Omeprazolo è stato uno dei primi IPP introdotti sul mercato, stabilendo lo standard per la categoria. Nel tempo, sono stati sviluppati altri IPP che presentano alcune differenze farmacologiche importanti, in particolare rispetto a Esomeprazolo e Lansoprazolo.

Esomeprazolo (Il “Fratello Potenziato”): l’Esomeprazolo è l’S-enantiomero puro dell’Omeprazolo, in pratica, una versione “purificata” che contiene solo la componente farmacologicamente attiva. Questo si traduce in:

  • Maggiore biodisponibilità: l’Esomeprazolo viene assorbito meglio dall’organismo.
  • Maggiore efficacia nella soppressione acida: generalmente garantisce una soppressione acida leggermente più potente e costante rispetto all’Omeprazolo a parità di dosaggio.
  • Minore variabilità individuale: essendo meno influenzato da variazioni genetiche nell’enzima epatico CYP2C19 (responsabile della metabolizzazione degli IPP), l’azione dell’Esomeprazolo risulta più prevedibile tra i diversi pazienti.

Lansoprazolo (Un IPP di Seconda Generazione): il Lansoprazolo è un altro IPP efficace che differisce dall’Omeprazolo principalmente per la sua farmacocinetica.

  • Velocità di inizio d’azione: il Lansoprazolo può raggiungere i picchi plasmatici più rapidamente rispetto all’Omeprazolo.
  • Stabilità: come l’Omeprazolo, anch’esso viene metabolizzato dall’enzima CYP2C19, il che può portare a una certa variabilità nella risposta clinica tra gli individui. In sintesi, mentre l’Omeprazolo rimane il capostipite efficace, Esomeprazolo offre un vantaggio in termini di coerenza ed efficacia nella soppressione acida, e Lansoprazolo fornisce un’alternativa con una cinetica di assorbimento differente.

Omeprazolo senza ricetta (OTC)

Recentemente, la disponibilità dell’Omeprazolo è stata ampliata, rendendo possibile l’acquisto della formulazione da 20 mg come farmaco Over The Counter (OTC). Questa novità, facilita l’accesso a cicli di cura brevi per i sintomi del bruciore di stomaco frequente senza la necessità di prescrizione. Nonostante la maggiore accessibilità, è fondamentale attenersi scrupolosamente alle istruzioni del foglietto illustrativo e limitare l’assunzione prolungata, che deve essere sempre supervisionata dal medico.

Effetti collaterali e controindicazioni

Sebbene l’Omeprazolo sia considerato sicuro per cicli brevi, l’assunzione, specialmente se protratta, richiede attenzione per i potenziali effetti collaterali.

Effetti collaterali comuni: gli effetti avversi più frequenti (che interessano circa l’1-10% dei pazienti) includono disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea o stipsi, flatulenza, dolore addominale e mal di testa (cefalea).

Effetti a lungo termine e rari: L’uso prolungato (tipicamente oltre un anno) può aumentare il rischio di:

  • Fratture ossee: aumento del rischio, in particolare a livello di anca, polso e colonna vertebrale.
  • Ipomagnesiemia: riduzione dei livelli di magnesio nel sangue, con conseguenti spasmi muscolari o, in rari casi, aritmie cardiache.
  • Infezioni intestinali: maggiore vulnerabilità a infezioni come la colite da Clostridium difficile.

Controindicazioni: l’assunzione di Omeprazolo è sconsigliata a chi presenta ipersensibilità al principio attivo o ad altri inibitori di pompa protonica. Il farmaco non deve essere utilizzato insieme al Nelfinavir, un antivirale impiegato nella terapia dell’HIV, poiché questa combinazione può comprometterne l’efficacia. È comunque essenziale rivolgersi al medico per verificare se il trattamento è appropriato alla propria situazione clinica.

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